Il POF - Il Piano dell'offerta Formativa
PREMESSA – che cos’è il POF?
Il Piano dell’Offerta Formativa (POF) è la carta d’identità della scuola: in esso vengono illustrate le linee distintive dell’istituto, l’ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.
L’autonomia delle scuole si esprime nel POF attraverso la descrizione:
• delle discipline e delle attività liberamente scelte della quota di curricolo loro riservata.
• delle possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie.
• delle discipline e attività aggiuntive nella quota facoltativa del curricolo.
• delle azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate.
• dell’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività.
• dell’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi.
• delle modalità e dei criteri per la valutazione degli alunni e per il riconoscimento dei crediti.
• dell’organizzazione adottata per la realizzazione degli obiettivi generali e specifici dell’azione didattica.
• dei progetti di ricerca e sperimentazione.
La legge 28 marzo 2003 n.53 e, particolarmente, il decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004 attuativo per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo hanno conferito nuovi strumenti di flessibilità alle scuole autonome: l’elaborazione annuale dei Piani dell’offerta formativa è oggi l’occasione per le istituzioni scolastiche di dotarsi di percorsi formativi individualizzati e caratterizzanti (i piani di studio personalizzati) che, pur aderendo agli obiettivi generali ed educativi definiti a livello nazionale, raccolgono e rispondono alle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico in cui le scuole operano.
Caratteri generali dell'offerta formativa
Il POF della scuola Collodi viene redatto nel rispetto della normativa vigente. Con D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 è stato emanato il nuovo regolamento “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo”.
• La scuola dell’infanzia accoglie bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni compiuti entro il 31 dicembre dell’anno scolastico di riferimento.
• Su richiesta delle famiglie sono iscritti alla scuola dell’infanzia, le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Al fine di garantire qualità pedagogica, flessibilità e specificità dell’offerta educativa in coerenza con la particolare fascia di età interessata, l’inserimento dei bambini ammessi alla frequenza anticipata è disposto alle seguenti condizioni:
a) disponibilità dei posti,
b) accertamento dell’avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa,
c) disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell’agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni,
d) valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio dei docenti, dei tempi e delle modalità dell’accoglienza.
• Analogamente è prevista la possibilità, previo accordo in sede di Conferenza unificata, di proseguire nelle iniziative e negli interventi relativi all’attivazione delle «sezioni primavera», ai sensi dell’articolo 1, commi 630 e 634, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, stabilendo gli opportuni coordinamenti con l’istituto degli anticipi, nell’ambito delle risorse finanziarie destinate allo scopo a legislazione vigente.
•L’istituzione di nuove scuole e di nuove sezioni avviene in collaborazione con gli enti territoriali assicurando la coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie al sistema scolastico nel suo complesso.
• L’orario di funzionamento della scuola dell’infanzia è stabilito in 40 ore settimanali, con possibilità di estensione fino a 50 ore. Permane la possibilità, prevista dalle norme vigenti, di chiedere, da parte delle famiglie, un tempo scuola ridotto, limitato alla sola fascia del mattino, per complessive 25 ore settimanali. Tali orari sono comprensivi della quota riservata all’insegnamento della religione cattolica in conformità all’Accordo che apporta modifiche al Concordato lateranense e relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo con legge 25 marzo 1985, n. 121, ed alle conseguenti intese. Le istituzioni scolastiche organizzano le attività educative per la scuola dell’infanzia con l’inserimento dei bambini in sezioni distinte a seconda dei modelli orario scelti dalle famiglie.
Criteri per un percorso educativo e formativo dell'allievo
Per la redazione di tale sezione la normativa di riferimento è l’atto di indirizzo del Ministero della Pubblica Istruzione emanato in data 8 settembre 2009.
Una buona scuola per i bambini è una priorità per il futuro delle giovani generazioni e per l’avvenire del Paese. La scuola dell’infanzia Collodi, dunque, predispone le basi necessarie al completamento, con il ciclo primario e secondario, del percorso di istruzione e di formazione e offre un fondamentale contributo alla crescita umana e civile dei propri allievi.
A questo scopo la scuola:
• pone al centro l’alunno e il suo itinerario di formazione personale e di apprendimento.
• mantiene in primo piano l’obiettivo di formare i cittadini di oggi e di domani.
• opera per una scuola dell’inclusione.
• fissa le tappe e i traguardi da superare nel percorso
formativo secondo standard diffusi nell’area UE e OCSE.
• verifica periodicamente e con sistematicità i progressi di ogni singolo alunno.
• tiene al rispetto dei risultati e dei livelli di apprendimento che i propri alunni sono chiamati a raggiungere.
• definisce e propone un curricolo adeguato alla formazione degli alunni e al loro proseguimento negli studi.
La scuola vive ed opera in una realtà in profonda trasformazione. Le sfide poste dalla rivoluzione digitale, dalla globalizzazione, dalla convivenza di culture e religioni diverse sono per noi opportunità, grazie anche all’azione educatrice. La scuola oltre a svolgere la propria funzione educativa e culturale, offre ai suoi alunni, in rapporto alla loro età, sia i valori universalmente condivisi e previsti dalla nostra Costituzione, sia oltre le necessarie conoscenze, abilità e competenze – gli strumenti adatti a leggere, affrontare e modificare la realtà. La scuola propone un itinerario di apprendimenti che rispetta le individualità, riconosce i talenti, non perde mai di vista le mete da raggiungere, promuove la crescita di tutti e di ciascuno.
La scuola Collodi intende affermare i valori del senso civico, della responsabilità individuale e collettiva, del bene comune. La nostra Costituzione indica principi e regole di comportamento da tenere a riferimento come risposta a un quadro valoriale talvolta incerto e confuso, segnato da una molteplicità di modelli e schemi di comportamento agiti nella vita quotidiana o veicolati dai mass-media spesso contraddittori e diseducativi. La conoscenza di valori quali libertà, giustizia, uguaglianza, rispetto della dignità della persona, solidarietà, pari opportunità, democrazia, costituisce il nostro punto di partenza, per sviluppare la coscienza civica, per insegnare a convivere in armonia con le tante diversità presenti nella nostra società e per fare interpretare criticamente un mondo globalizzato, tecnologicamente avanzato e soggetto a continui cambiamenti. La scuola è luogo di apprendimento e, insieme, di costruzione dell’identità personale, civile e sociale. Questo significa mettere ciascuno in condizione di raggiungere la piena realizzazione di sé e l’acquisizione della cultura e dei valori necessari per vivere da cittadini responsabili. Nessuno – questo è il nostro l’obiettivo – deve rimanere indietro, nessuno deve sentirsi escluso. In tale ottica si ritiene prioritaria l’attenzione particolare riservata agli alunni con disabilità. La scuola, infatti, attiva interventi personalizzati che esigono specifiche competenze professionali. Il nostro percorso educativo e formativo è un continuum progettuale che accompagna i bambini e le bambine dal loro ingresso, eventualmente anticipato, nella scuola alla conclusione del ciclo di istruzione, nella prospettiva della successiva prosecuzione degli studi.
Al riguardo occorre sia creare e mantenere il necessario livello di motivazione alla partecipazione alle attività didattiche sia intervenire con strategie di rinforzo, di approfondimento e di recupero, in stretta relazione con le carenze o le potenzialità verificate.
La scuola si pone come obiettivi prioritari, condivisi a livello nazionale, la formazione e la preparazione degli allievi. Per questo intende valutare correttamente il raggiungimento dei traguardi prefissati e comunicarli tempestivamente alle famiglie. È infatti per noi indispensabile rendere disponibili ai genitori informazioni esaurienti e attendibili sui risultati raggiunti dagli allievi in itinere e finali.
I caratteri
La scuola dell’infanzia Collodi, rapportandosi costantemente all’opera svolta dalle famiglie, rappresenta un luogo educativo intenzionale di particolare importanza, in cui le bambine e i bambini realizzano una parte sostanziale della propria relazione con il mondo. Le recenti ricerche hanno messo in evidenza come la scuola dell’infanzia favorisca l’apprendimento di comportamenti fondamentali e di conoscenze iniziali utili per acquisire le competenze successive e per rapportarsi con la società.
Le priorità
Va anzitutto considerato che non ci troviamo in presenza di una sola infanzia: ci sono diversità nei bambini in termini di curiosità, di livelli di sviluppo e di maturazione. La scuola Collodi perciò tiene presenti non solo l’immagine “forte”, ma anche le variabili esistenti nelle concrete situazioni di vita dei bambini; la scuola, quindi, ripensa in chiave educativa quei tratti di fragilità e quei bisogni di protezione che caratterizzano l’identità dei piccoli di oggi. Ne deriva un’interpretazione personalizzata della vita infantile, di ogni bambino, del suo bisogno di essere accolto e riconosciuto, delle sue peculiari possibilità di sviluppo.
Tra le priorità della scuola dell’infanzia Collodi, quindi: • dialogare e collaborare con le famiglie e con le altre istituzioni per attuare in modo concreto un’autentica centralità educativa del bambino.
• proporre un ambiente educativo capace di offrire possibili risposte al bisogno di cura e di apprendimento.
• realizzare un progetto educativo che renda concreta l’irrinunciabilità delle diverse dimensioni della formazione: sensoriale, corporea, artistico-espressiva, intellettuale, psicologica, etica, sociale.
• fare della scuola un luogo significativo per interventi compensativi finalizzati alla piena attuazione delle pari opportunità.
Il rapporto scuola/famiglia
La famiglia, che rappresenta il contesto più influente per lo sviluppo del bambino, pur nella sua diversità – perché molteplici sono gli ambienti di vita e i riferimenti, religiosi, etici, comportamentali – è sempre portatrice di risorse che vengono valorizzate, sostenute e condivise nella scuola Collodi, per consentire di creare una rete solida di scambi e di responsabilità comuni. Il primo incontro con la scuola e con le insegnanti, nonché l’esperienza scolastica dei figli aiutano i genitori a prendere più chiaramente coscienza della responsabilità educativa che è loro affidata. Essi sono così stimolati a partecipare a un dialogo intorno alle finalità della scuola Collodi e ai suoi orientamenti educativi, per rendere forti i loro bambini e attrezzarli per il futuro. Le famiglie dei bambini con disabilità, inoltre, ricevono sostegno dalla scuola Collodi per promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento sereno delle differenze e la costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo che ciascun bambino possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e condividere con gli altri il proprio percorso di formazione.
La dimensione organizzativa
I modelli organizzativi della scuola dell’infanzia Collodi si articolano, tenendo conto delle preferenze delle famiglie, in attività educative organizzate su 40 ore (e in particolari situazioni su 25 ore) settimanali, nonché in attività che possono estendersi fino ad un massimo di 50 ore settimanali. Sono previste le “Sezioni primavera”, rivolte ai bambini della fascia di età dai 24 ai 36 mesi. L’obiettivo della generalizzazione della scuola dell’infanzia, la molteplicità dei modelli organizzativi, la personalizzazione dei percorsi, la previsione di un coinvolgimento proficuo delle famiglie concorre ad assicurare una qualità sempre più alta dell’offerta educativa. Non va infine dimenticato l’importanza degli spunti offerti alla scuola Collodi dalla “Casa dei bambini” ideata e promossa da Maria Montessori.
Presentazione della struttura L’ambiente di apprendimento della scuola Collodi.
La nostra scuola, ubicata in Via Francavilla 5, è saldamente inserita nel territorio di Corato (Ba) con il quale collabora e interagisce attivamente. Il nostro istituto è sorto nell’anno scolastico 2009 – 2010. L’obiettivo principale della nostra realtà è stato quello di costruire e condividere un percorso capace di accogliere i bambini e di accompagnarli lungo un cammino il più possibile lineare e armonico. Il nostro istituto si propone di:
• accogliere ogni allievo favorendo il suo inserimento nella nuova realtà scolastica.
• promuovere una dimensione dinamica dell’apprendimento.
• realizzare la continuità tra i diversi ordini e grado di scuola.
• offrire opportunità per la socializzazione, l’interazione e la collaborazione con gli altri.
• motivare alla conoscenza fornendo occasioni di esperienze concrete di tipo espressivo, motorio, linguistico, logico e scientifico.
• favorire atteggiamenti positivi verso le differenze, con particolare attenzione ai cambiamenti della società e della cultura.
• educare ai valori che determinano la convivenza civile, quali la pace, la giustizia e la democrazia.
• promuovere l’autonomia personale.
La scuola dell’infanzia Collodi si propone come contesto di relazione, di cura e di apprendimento, nel quale possono essere filtrate, analizzate ed elaborate le sollecitazioni che i bambini sperimentano nelle loro esperienze. Essa promuove una pedagogia attiva e delle relazioni che si manifesta nella capacità delle insegnanti di dare ascolto e attenzione a ciascun bambino, nella cura dell’ambiente, dei gesti e delle cose e nell’accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli. L’apprendimento avviene attraverso l’esperienza, l’esplorazione, i rapporti tra i bambini della scuola, con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze e attraverso attività ludiche. Con il gioco i bambini si esprimono, raccontano, interpretano e combinano in modo creativo le esperienze soggettive e sociali. L’ambiente di apprendimento è organizzato dalle insegnanti della scuola Collodi in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con fragilità e difficoltà, il bambino con bisogni educativi specifici, il bambino con disabilità, poiché tutti devono saper coniugare il senso dell’incompiutezza con la tensione verso la propria riuscita.La vita di relazione della scuola è caratterizzata da ritualità e da convivialità serena per incoraggiare il bambino a ritrovarsi nell’ambiente e ad averne cura e responsabilità. Le relazioni con le insegnanti e fra i bambini sono un importante fattore protettivo e di promozione dello sviluppo. La scuola dell’infanzia Collodi organizza le proposte educative e didattiche espandendo e dando forma alle prime esplorazioni, intuizioni e scoperte dei bambini attraverso un curricolo esplicito. A esso è sotteso un curricolo implicito costituito da costanti che definiscono l’ambiente di apprendimento e lo rendono specifico e immediatamente riconoscibile:
a. lo spazio accogliente, caldo, curato, orientato dal gusto, espressione, della pedagogia e delle scelte educative della scuola Collodi. È uno spazio che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare una funzionale e invitante disposizione a essere abitato dagli stessi bambini,
b. Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli adulti, c. la documentazione, come processo che produce tracce, memoria e riflessione, che rende visibili le modalità e i percorsi di formazione e che permette di valutare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo,
d. lo stile educativo, fondato sull’osservazione e sull’ascolto, sulla progettualità elaborata collegialmente, sull’intervento indiretto e di regia, e. la partecipazione, come dimensione che permette di stabilire e sviluppare legami di corresponsabilità, di incoraggiare il dialogo e la cooperazione nella costruzione della conoscenza. La scuola dell’infanzia Collodi sperimenta con libertà la propria organizzazione, la formazione dei gruppi, delle sezioni e le attività di intersezione a seconda delle scelte pedagogiche, dell’età e della numerosità dei bambini e delle risorse umane e ambientali delle quali può disporre.
Gli spazi educativi della scuola Collodi
La scuola Collodi dispone di diversificati spazi interni e di ampi spazi esterni. Gli spazi interni sono divisi in sezioni. Ogni sezione, a sua volta, è suddivisa in spazi di attività ben definiti, leggibili e facilmente fruibili dai bambini sia nell’azione spontanea che durante le proposte di attività strutturate. Tali spazi sono stati creati per:
• stimolare la curiosità dei bambini.
• acquisire piena confidenza con gli spazi della sezione.
• conquistare progressivamente l’autonomia personale e operativa.
• permettere il riconoscimento e l’adeguamento dell’azione allo spazio, all’oggetto.
• finalizzare il gesto e permettere il controllo posturale.
• imparare a rispettare gli spazi comuni e gli oggetti.
• interiorizzare le regole fondamentali della convivenza sociale.
• sviluppare le capacità di conversazione.
• acquisire fiducia nelle proprie capacità.
Gli spazi sono così denominati e caratterizzati:
SPAZIO DELLE PAROLE:
E’ lo spazio dell’ascolto (dell’altro, del racconto, della musica, etc.), della comunicazione (verbale, sonora, etc.), della lettura (individuale, collettiva, etc.). Questo spazio è strutturato con panche, sedie, puff e comode poltrone, piccoli scaffali, librerie, cartelloni vari (dell’accoglienza con le foto di tutti i bambini del gruppo, cartelloni calendario, etc.), un grande orologio da parete, libri e riviste, cd musicali e stereo. Questo spazio inoltre è attrezzato con giochi, oggetti e gadget vari e presenta le pareti dipinte con disegni e decorazioni colorati ricavati grazie alle più avanzate nozioni di cromoterapia.
SPAZIO DELLA RAPPRESENTAZIONE:
E’ lo spazio del pensiero, il luogo della rappresentazione grafica, del lavoro strutturato con diversi materiali. In questo luogo, posto al centro della stanza, sono presenti tavoli, scaffali con fogli, colori, giochi da tavolo e vari sussidi didattici, colle, tempere, pennelli, etc.
SPAZIO DELLA MANIPOLAZIONE:
E’ lo spazio tattile, della manipolazione, della pittura, della creazione plastica e del gioco con le mani. In questo luogo sono presenti: tavolini della manipolazione (riempiti a intervalli di diversi materiali come farina, sabbia, pongo, foglie, acqua, etc.), carte grandi anche a parete per lasciare tracce e segni, colori, pennelli, lavagnette e gessetti, contenitori di didò, pasta di sale, mattarelli, coltellini, formine, imbuti e contenitori per permettere il travaso, etc. Potranno qui trovare spazio anche oggetti vari raccolti nonché possibili vaschette e vasi per esperimenti.
SPAZIO DELL’ANGOLO MORBIDO:
E’ lo spazio del riposo, del rifugio, del gioco sensoriale, dell’incontro con l’altro; è lo spazio dove percepire il sé e il proprio corpo. E’ l’angolo tranquillo e morbido dove ciascun bambino può rintanarsi quando ne sente il bisogno. In questo luogo sono presenti: materassi, cuscini e cuscinoni, coperte, una tenda di tulle colorata che scende dal soffitto e permette di vedere senza la sensazione di essere visti (permette di sottrarsi, per finta, allo sguardo dell’altro, etc.).
La scuola Collodi dispone inoltre di spazi interni al di fuori delle singole sezioni:
SPAZIO CASETTA CON ELETTRODOMESTICI:
E’ lo spazio del gioco di imitazione e di identificazione. In questo luogo sono presenti gli oggetti del far finta di, ad esempio, cucinare, lavare, conservare in frigo, infornare, aggiustare, mangiare, pulire, dormire, riempire, etc. Ogni angolo è attrezzato con oggetti e giochi utili e caratterizzanti lo spazio stesso.
SPAZIO DEI TRAVESTIMENTI E DELLE MAGIE:
E’ lo spazio del gioco simbolico e della trasformazione di sé e degli oggetti. In questo luogo sono presenti:
• contenitori per teli, foulards, vestiti, cappelli, scarpe da grandi, trucchi, etc.; possono trovare spazio anche oggetti poveri o di riciclo che permettono l’invenzione e la trasformazione, come bottiglie di plastica, vassoi, tubi di cartone, corde, scatole e scatoloni, etc.
• specchi a parete.
• tappeti.
SPAZIO ATTIVITA’ MOTORIA:
E’ lo spazio in cui si svolge l’educazione fisica. E’ arredato con attrezzi, tappetini e tutto quanto occorre per la ginnastica e l’attività fisica. Il pavimento è isolato grazie ad apposito tappeto antitrauma.
SPAZIO MULTIMEDIALE:
E’ uno spazio molto diversificato. Qui si svolgono l’educazione informatica, la visione di filmati e documentari su tv lcd, la proiezione di diapositive con proiettore o computer su apposito pannello. In questo luogo sono presenti: computer, tv lcd, dvd, proiettore, pannello di proiezione.
SPAZIO MENSA ED EDUCAZIONE ALIMENTARE:
E’ lo spazio in cui i bambini consumano i pasti preparati nella cucina interna alla Collodi e sono educati al rispetto delle norme igieniche a tavola. Qui, inoltre, si svolge una vera e propria educazione alimentare. Ai bambini, infatti, viene costantemente spiegato che cosa stanno mangiando e perché proprio quei cibi, di quali principali sostanze quegli alimenti sono composti, l’importanza della dieta mediterranea, l’importanza della frutta, della verdura, l’importanza per la salute di un’alimentazione sana ed equilibrata, etc. Tale spazio è arredato con tavoli, sedie e seggioloni, nonché con un grande televisore lcd per rendere più piacevoli i momenti della consumazione dei cibi. In tale spazio, infine, è presente una bacheca contenente il menù della settimana redatto dai nutrizionisti dello staff Collodi.
SPAZIO IGIENE E BAGNO:
Questo è lo spazio della cura di sé, dell’igiene personale, della pulizia degli strumenti. In tale luogo sono presenti: attrezzature del bagno ad altezza di bambino, erogatori di saponi, salviette personali con gancini e contrassegni, spazio del cambio e dei grembiuli per la pittura, piccoli contenitori per travasi, armadietti personali, etc.
SPAZIO MEDICO E DI ISOLAMENTO – SPORTELLO DI ASCOLTO:
E’ lo spazio costituito da un’apposita sala in cui avviene, con cadenza regolare, la visita di controllo dei bambini da parte dei medici e del pediatra dello staff Collodi. E’ arredato come un normale studio medico-pediatrico: lettino, scrivania, sedie, libri, bilancia, etc. Contiene, fra l’altro, dei raccoglitori con le schede mediche personali dei bambini che vengono costantemente aggiornate dopo le visite. Questo, è anche uno spazio di isolamento medico. Qui sono isolati quei bambini che eventualmente presentassero sintomi rimandanti a malattie contagiose. I bambini vengono, dunque, accompagnati nella sala di isolamento, vengono in seguito visitati dai medici i quali accertano se possono rientrare per le attività o se devono essere accompagnati a casa per essere sottoposti alle cure dovute. Infine, questo è lo spazio dello sportello di ascolto: periodicamente vi si trovano la psicologa e i pedagogisti dello staff Collodi per dialogare con i bambini.
SPAZIO FESTE E RICORRENZE:
E’ lo spazio in cui i bambini possono, al di fuori degli orari di lezione, comodamente festeggiare compleanni, onomastici e ricorrenze varie. E’ arredato con tavoli, sedie, pareti decorate, festoni e addobbi vari, stelle filanti, palloncini, etc. Vi si trovano, inoltre, tappeto antitrauma e tanti giochi: individuali, di gruppo, da tavola, palloni, cerchi, casetta arredata, finti elettrodomestici, dondoli, scivoli e tanto altro ancora per trascorrere una festa indimenticabile. Infine, c’è un impianto stereo per allietare l’evento con la musica.
La scuola Collodi dispone inoltre di ampi spazi esterni:
E’ evidente quanto lo spazio, anche quello esterno, sia un elemento fondamentale insieme al tempo per definire il Progetto Educativo che si vuole realizzare. Recenti studi condotti dalle neuroscienze e dalle scienze sociali sostengono che a seconda dell’ambiente in cui viviamo il nostro cervello si forma e si sviluppa in modo diverso. Ed è nei primi sei anni di vita che le nostre capacità cognitive e percettive prendono forma stimolando singoli e differenti percorsi di crescita.
Per questo motivo, lo spazio scuola esterno, dove i bambini possono trascorrere anche molte ore, non deve essere considerato un elemento di sfondo accessorio e secondario ad una serie di attività realizzate all’interno della scuola, ma soggetto protagonista e fondante del Progetto Pedagogico. Gli spazi esterni della scuola Collodi, immersi nel verde, sono, pertanto, il luogo di tutte quelle attività didattiche e ludico-ricreative che obbligatoriamente richiedono un ampio spazio all’aperto. La scuola Collodi ha investito tante energie per la creazione di questi spazi allo scopo di proporre un’offerta formativa davvero completa e non monca. I responsabili della scuola Collodi, infatti, hanno tenacemente ritenuto che non può esistere un Progetto Educativo completo in assenza di spazi all’aperto. E’ importante sottolineare che nulla è stato lasciato alla casualità, all’improvvisazione; tutto è stato predisposto con attenzione nella precisa consapevolezza che l’esperienza dei bambini deve avvenire in spazi capaci di restituire senso a quello che fanno nella scuola e connotarla in modo peculiare. Alla luce di queste considerazioni, dunque, il giardino della scuola è stato pensato come un contesto di vita all’aperto da progettare con una forte intenzionalità pedagogica. Inoltre, per dare senso allo spazio e a tutto ciò che vi è inserito, è stato necessario renderlo leggibile, praticabile, controllabile per le finalità educative da perseguire. Purtroppo gli atteggiamenti culturali di molte scuole dell’infanzia dimostrano spesso scarsa disponibilità a considerare l’esterno come una risorsa capace di stimolare esperienze di apprendimento che favoriscano da parte dei bambini atteggiamenti di esplorazione, di scoperta per un ambiente naturale vicino ma spesso sconosciuto. Lo spazio esterno della scuola Collodi, attrezzato da parco giochi con gazebo, gonfiabili, playground, baby area e animazione estiva, inoltre, ha anche un’importante funzione ludica: i bambini si scatenano con liberi movimenti, con giochi del pallone per i più grandi, con giri in triciclo per i più piccini, con giochi nel parco (sull’altalena, sullo scivolo, sul bilico, nei tunnel, etc.). E’ ovvio, comunque, che progettare uno spazio esterno vuol dire ripensarlo a livello adulto come un contesto ricco e capace di favorire processi di apprendimento:
• di tipo relazionale; costruendo strutture in cui nascondersi, ritirarsi, e sognare con bambole e altri giocattoli, i bambini della scuola hanno occasioni di incontro e di confronto con compagni di età diversa
• di tipo motorio; su attrezzi e percorsi
• di tipo scientifico; esplorare il giardino per vedere chi sono gli animali che abitano nel prato, gli alberi che lo popolano, i diversi fili d’erba, gli effetti dell’alternarsi delle stagioni sulla flora, etc.
Il progetto educativo
Cos’è il Progetto Educativo?
Il Progetto Educativo è uno strumento di lavoro per rendere l’azione educativa mirata, continuativa ed efficace perché rispondente ai bisogni reali degli allievi. Il Progetto Educativo nasce da scelte di fondo condivise e si esprime concretamente nella programmazione. La programmazione, infatti, costituisce l’espressione concreta del Progetto Educativo stesso. Il Progetto Educativo offre una visione globale della realtà in cui si opera, cogliendo correlazioni, orientamenti e necessità. Esso favorisce la valorizzazione e la distribuzione delle risorse, il contenimento di azioni dispersive, l’offerta di proposte di qualità. In tal modo, si può veramente pensare in termini di sviluppo assicurando la miglior qualità di proposta a tutti gli alunni. Pensare all’educazione dei bambini in termini di progetto è un modo di stimolare ed educare a un atteggiamento attivo verso la realtà e i problemi, da affrontare con rigore ed essenzialità, facendo un miglior uso di risorse.
Infine, i momenti di verifica del Progetto Educativo danno coerenza e continuità all’azione educativa.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi: centralità del bambino.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi è definito a partire dall’alunno che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che lo legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche della scuola tengono sempre conto della singolarità e complessità di ogni bambino, della sua identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, la scuola Collodi pensa e realizza il suo Progetto Educativo e Didattico non per individui astratti, ma per persone che vivono qui ed ora. Sin dai primi anni di scolarizzazione è importante definire le proposte dell’insegnamento in una relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri di ogni bambino. È altrettanto importante valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni bambino. Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola Collodi si costruisce come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un Progetto Educativo condiviso. La formazione di importanti legami di gruppo, non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell’azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno. La scuola Collodi pone le basi del percorso formativo dei bambini sapendo che esso proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti. Si tratta di elaborare gli strumenti di conoscenza necessari per comprendere i contesti naturali, sociali, culturali, antropologici nei quali gli studenti si troveranno a vivere e a operare.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi: finalità.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative:
la famiglia in primo luogo. Insegnare le regole del vivere e del convivere è per la scuola Collodi un compito oggi ancora più ineludibile rispetto al passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie incontrano difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo. L’obiettivo è proporre un’educazione che spinga il bambino a fare scelte autonome e feconde, quale risultato di un confronto continuo della sua progettualità con i valori che orientano la società in cui vive. La scuola Collodi persegue costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscono i reciproci ruoli e che si supportano vicendevolmente nelle comuni finalità educative. La scuola Collodi si apre alle famiglie e al territorio circostante, facendo perno sugli strumenti forniti dall’autonomia scolastica. In quanto comunità educante, la scuola Collodi genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria. La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare ad essere”. L’obiettivo è valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni bambino. La presenza di bambini con radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturale e non può più essere considerato episodico: deve trasformarsi in un’opportunità per tutti. La nostra scuola forma cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo. I problemi più importanti che oggi toccano il nostro continente e l’umanità tutta intera non possono essere affrontati e risolti all’interno dei confini nazionali tradizionali, ma solo attraverso la comprensione di far parte di grandi tradizioni comuni, di un’unica comunità di destino europea così come di un’unica comunità di destino planetaria.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi: le fasi.
Il Progetto Educativo della scuola Collodi ha alla base la condivisione dei valori che reggono l’agire, la conoscenza e accettazione delle linee di riferimento, l’esplicito impegno di ciascun membro a contribuire al raggiungimento degli obiettivi. Le fasi del progetto educativo della scuola Collodi sono: l’analisi esterna al gruppo, l’analisi interna del gruppo, la lettura della realtà, la stesura, la messa in atto, la verifica. La prima fase, l’analisi esterna al gruppo, riguarda l’acquisizione delle caratteristiche principali dell’ambiente familiare dei bambini (livello culturale, professione, orientamento nei valori, scelte concrete, etc.), dell’ambiente scolastico (rapporto insegnanti bambini, selezione, accettazione del diverso, stabilità e continuità nell’insegnamento), dell’ambiente coetanei (valori, punti d’incontro, attività, etc.), degli aspetti fondamentali dal punto di vista sociopolitico ed economico dell’area in cui opera il gruppo, dei problemi emergenti del territorio (strutture e punti d’incontro formali ed informali, aree verdi, aree a rischio, attività proposte, pendolarismo, partecipazione alla vita religiosa, etc.). Le osservazioni sono orientate ad acquisire un’immagine dello stile educativo emergente e dei valori cui si ispira. La scuola Collodi ritiene importante distribuire i compiti in modo che ognuno possa dare il suo contributo. Nella seconda fase, l’analisi interna del gruppo, i dati più importanti riguardano la composizione numerica delle unità, il rapporto bambini-bambine, la distribuzione nella provenienza territoriale, il livello scolastico e la professione delle famiglie, etc. Nella terza fase, la lettura della realtà, i dati raccolti vengono letti alla luce dei valori in cui i membri della Collodi credono e che esprimono nella loro vita e nella proposta educativa. Questo confronto consente di identificare gli spazi di maggior carenza e, quindi, gli orientamenti prioritari per l’impegno educativo. La quarta fase è quella della stesura della programmazione; le insegnanti identificano, nella programmazione, gli obiettivi, le abilità, le conoscenze e le competenze da acquisire, nonché gli strumenti metodologici da utilizzare, i tempi, etc. Tali programmazioni sono molto concrete, indicano la progressione nei tempi e negli obiettivi, gli specifici strumenti del metodo. La fase della messa in atto è la fase in cui si realizza quanto programmato nella programmazione. Infine c’è la verifica; è una fase molto importante. Vengono osservati i cambiamenti nei bambini in termini di conoscenze, abilità e competenze previste nella programmazione. In tal modo si acquisiscono gli elementi per orientare le fasi successive dei Progetto Educativo. Per concludere, la scuola Collodi crea il proprio Progetto Educativo con la convinzione di poter cambiare le cose, accettando la pazienza di una costruzione progressiva dei cambiamenti, che è poi la dimensione dell’educazione.
L'organizzazione del curricolo
Premessa.
Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia, emanate dal Ministro della Pubblica Istruzione, costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione educativa. Il curricolo si delinea con particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 anni in su. Ogni scuola predispone il curricolo, all’interno del Piano dell’Offerta Formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni stesse.
Il curricolo, nella scuola dell’infanzia, si articola attraverso i campi di esperienza. I campi di esperienza sono i luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole delle insegnanti e introducono ai sistemi simbolico-culturali. La scuola Collodi, all’interno della propria autonomia didattica, articola i campi di esperienza al fine di favorire il percorso educativo di ogni bambino, aiutandolo a orientarsi nella molteplicità e nella diversità degli stimoli e delle attività. Le insegnanti della scuola Collodi accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le proposte dei bambini e creano occasioni e progetti di apprendimento per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo. L’esperienza diretta, il gioco in genere, il gioco simbolico, il procedere per tentativi ed errori, permettono al bambino, opportunamente guidato, di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti e di avviare processi di simbolizzazione e formalizzazione. Pur nell’approccio globale che caratterizza la scuola dell’infanzia, le insegnanti individuano, dietro ai vari campi di esperienza, il delinearsi dei saperi disciplinari e dei loro alfabeti. In particolare, nella scuola dell’infanzia Collodi, i traguardi per lo sviluppo delle competenze suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo sviluppo delle competenze stesse. Di seguito sono presentati i campi di esperienza del Progetto Educativo della scuola Collodi.IL SÉ E L’ALTRO: le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme.
I bambini formulano le grandi domande esistenziali e sul mondo e cominciano a riflettere sul senso e sul valore morale delle loro azioni, prendono coscienza della propria identità, scoprono le diversità e apprendono le prime regole necessarie alla vita sociale. Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura, la vita e il suo evolversi ed estinguersi, l’ambiente che lo circonda, le relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e della loro fede; è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione attraverso i media, partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità. Sente di appartenere alla sua famiglia, alla sua comunità, alla sua scuola; si accorge di essere uguale e diverso nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o escludere. Si chiede dove era prima di nascere e se e dove finirà la sua esistenza e quella di chi gli è caro, quale sia l’origine del mondo; si interroga su Dio e si confronta con l’esperienza religiosa. La presenza di bambini che parlano altre lingue e hanno tratti diversi e famiglie con tradizioni e religioni diverse, apre nuovi orizzonti, suscita reazioni, curiosità, preoccupazioni e sentimenti che non possono essere ignorati.In questi anni, dunque, si definisce e si articola l’identità di ciascun bambino e di ciascuna bambina come consapevolezza del proprio corpo, della propria personalità e del proprio stare con gli altri. Sono gli anni della scoperta degli adulti come fonte di protezione e contenimento, degli altri bambini come compagni di giochi e come limite alla propria volontà. Il bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo, sperimenta il piacere e le difficoltà della condivisione e i primi conflitti, supera progressivamente l’egocentrismo e può cogliere altri punti di vista. Esperienze, emozioni, pensieri e domande generano riflessioni, ipotesi, discorsi, comportamenti sociali che hanno bisogno di spazi di incontro e di elaborazione. La scuola si pone come luogo di dialogo, di approfondimento culturale e di reciproca formazione tra genitori e insegnanti per affrontare insieme questi temi e proporre ai bambini un modello di ascolto e di rispetto, per convenire come aiutare ciascun bambino a trovare risposte alle grandi domande in coerenza con le scelte della sua famiglia e al tempo stesso riconoscendo e comprendendo scelte diverse e mostrando per loro rispetto. La scuola si confronta con le famiglie per condividere le regole che consentono di realizzare le finalità educative e propone ai bambini prime forme di dialogo sulle domande che essi pongono, sugli eventi della vita quotidiana, sulle regole del vivere insieme. Traguardi per lo sviluppo della competenza Il bambino sviluppa il senso dell’identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato. Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e sviluppa un senso di appartenenza. Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli altri, dei valori, delle ragioni e dei doveri che determinano il suo comportamento. Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto. È consapevole delle differenze e sa averne rispetto. Ascolta gli altri e dà spiegazioni del proprio comportamento e del proprio punto di vista. Dialoga, discute e progetta confrontando ipotesi e procedure, gioca e lavora in modo costruttivo e creativo con gli altri bambini. Comprende chi è fonte di autorità e di responsabilità nei diversi contesti, sa seguire regole di comportamento e assumersi responsabilità.
IL CORPO IN MOVIMENTO: identità, autonomia, salute.
I bambini prendono coscienza e acquisiscono il senso del proprio sé fisico, il controllo del corpo, delle sue funzioni, della sua immagine, delle possibilità sensoriali ed espressive e di relazione e imparano ad averne cura attraverso l’educazione alla salute. Il bambino che entra nella scuola ha già acquisito il dominio delle principali funzioni del corpo, il senso della propria identità e alcune conoscenze fondamentali riguardanti lo schema e il linguaggio corporeo, attraverso le quali si esprime e organizza la sua presenza attiva nel mondo circostante. Sviluppa la conoscenza del proprio corpo attraverso l’esperienza sensoriale e percettiva che gli permette di sperimentarne le potenzialità, di affinarle e di rappresentarlo. I giochi e le attività di movimento consolidano la sicurezza di sé e permettono ai bambini e alle bambine di sperimentare le potenzialità e i limiti della propria fisicità, i rischi dei movimenti incontrollati e violenti, le diverse sensazioni date dai momenti di rilassamento e di tensione, il piacere del coordinare le attività con quelle degli altri in modo armonico. Il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino apprende attraverso specifici percorsi di apprendimento: i gesti mimici, sostituiscono o sottolineano la parola, mantengono la conversazione o la sospendono, esprimono sentimenti ed emozioni, accompagnano la fruizione musicale.Le attività informali, di routine e di vita quotidiana, la vita e i giochi all’aperto sono altrettanto importanti delle attività espressive e di movimento libero o guidato e possono essere occasione per l’educazione alla salute attraverso una sensibilizzazione alla corretta alimentazione e all’igiene personale. La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere, capire e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, di rispettarlo e di averne cura, di esprimersi e di comunicare attraverso di esso per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo fantasia e creatività.
Traguardi per lo sviluppo della competenza.
Il bambino raggiunge una buona autonomia personale nell’alimentarsi e nel vestirsi, riconosce i segnali del corpo, sa che cosa fa bene e che cosa fa male, conosce il proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e consegue pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. Prova piacere nel movimento e in diverse forme di attività e di destrezza quali correre, stare in equilibrio, coordinarsi in altri giochi individuali e di gruppo che richiedono l’uso di attrezzi e il rispetto di regole, all’interno della scuola e all’aperto. Controlla la forza del corpo, valuta il rischio, si coordina con gli altri.
Esercita le potenzialità sensoriali, conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive del corpo. Conosce le diverse parti del corpo e rappresenta il corpo in stasi e in movimento.
LINGUAGGI, CREATIVITA’, ESPRESSIONE: gestualità, arte, musica, multimedialità.
I bambini sono portati a esprimere con immaginazione e creatività le loro emozioni e i loro pensieri: l’arte orienta questa propensione, educa al sentire estetico e al piacere del bello. Lo sforzo di esplorare i materiali, di interpretare e creare sono atteggiamenti che si manifestano nelle prime esperienze artistiche e che possono estendersi e appassionare ad altri apprendimenti. I bambini possono esprimersi in linguaggi differenti: con la voce, il gesto, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la manipolazione e la trasformazione dei materiali più diversi, le esperienze grafico-pittoriche, i mass-media, ecc. La fruizione di questi linguaggi educa al senso del bello, alla conoscenza di se stessi, degli altri e della realtà. L’incontro dei bambini con l’arte è occasione per osservare con occhi diversi il mondo che li circonda. I diversi materiali esplorati con tutti i sensi, le tecniche sperimentate, confrontate, condivise ed esercitate, le osservazioni di quadri, sculture o architetture aiuteranno a migliorare la capacità di osservare, coltivare il piacere della fruizione e ad avvicinare alla cultura e al patrimonio artistico. I bambini che si cimentano nelle diverse pratiche di pittura, di manipolazione, di costruzione plastica e meccanica osservano, imitano, trasformano, interpretano, inventano e raccontano. La musica è un linguaggio universale, carico di emozioni e ricco di tradizioni culturali. Il bambino, interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali, impara a percepire, ascoltare, ricercare e discriminare i suoni all’interno di contesti di apprendimento significativi. Esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e simbolico-rappresentative, accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità. L’ascolto delle produzioni sonore personali lo apre al piacere di fare musica e alla condivisione di repertori appartenenti a vari generi musicali. Il bambino si confronta con i nuovi media e con i nuovi linguaggi della comunicazione, come spettatore e come attore. La scuola può aiutarlo a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità, favorendo un contatto attivo con i media e la ricerca delle loro possibilità espressive e creative. Traguardi per lo sviluppo della competenza Il bambino segue con attenzione e con piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, cinematografici…); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione e l’analisi di opere d’arte. Comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di rappresentazione e drammatizzazione. Si esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative e sa utilizzare diverse tecniche espressive. Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività. Formula piani di azione, individualmente e in gruppo, e sceglie con cura materiali e strumenti in relazione al progetto da realizzare. È preciso, sa rimanere concentrato, si appassiona e sa portare a termine il proprio lavoro. Ricostruisce le fasi più significative per comunicare quanto realizzato. Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti. Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali. Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli. Esplora le possibilità offerte dalle tecnologie per fruire delle diverse forme artistiche, per comunicare e per esprimersi attraverso di esse.
I DISCORSI E LE PAROLE: comunicazione, lingua, cultura.
I bambini apprendono a comunicare verbalmente, a descrivere le proprie esperienze e il mondo, a conversare e dialogare, a riflettere sulla lingua, e si avvicinano alla lingua scritta. Attraverso la conoscenza e la consapevolezza della lingua materna e di altre lingue consolidano l’identità personale e culturale e si aprono verso altre culture. I bambini giungono alla scuola dell’infanzia avendo acquisito le principali strutture linguistiche: hanno appreso, nell’interazione con i familiari, la lingua materna, le sue intonazioni e i ritmi, le principali regole del discorso; sanno usare la lingua per esprimere le proprie intenzioni e i propri desideri e per interagire con gli altri; hanno osservato e appreso come le diverse persone comunicano tra loro; hanno avuto contatti con i messaggi prodotti dai media. Spesso hanno già incontrato lingue diverse. La lingua diventa via via uno strumento con il quale giocare ed esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati; sul quale riflettere per comprenderne il funzionamento; attraverso il quale raccontare e dialogare, pensare logicamente, approfondire le conoscenze, chiedere spiegazioni e spiegare il proprio punto di vista, progettare, lasciare tracce.Se opportunamente guidati, i bambini estendono il patrimonio lessicale, le competenze grammaticali, conversazionali, logiche e argomentative, confrontano la propria lingua materna con altre lingue, formulano ipotesi e si cimentano con l’esplorazione della lingua scritta. Possono apprendere efficacemente una seconda lingua purché il contesto sia dotato di senso, l’apprendimento avvenga in modo naturale, sia inserito nelle attività quotidiane e diventi esso stesso occasione di riflessione e di dialogo. La scuola dell’infanzia ha il compito di promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana e la consapevolezza dell’importanza dell’uso della propria lingua materna da parte dei bambini di origini culturali diverse. Offre la possibilità di vivere contesti di espressione-comunicazione nei quali il bambino possa imparare a utilizzare la lingua in tutte le sue funzioni e nelle forme necessarie per addentrarsi nei diversi campi di esperienza. Sollecita le pratiche linguistiche che mettano i bambini in condizione di scambiare punti di vista, confrontare le proprie interpretazioni attorno a fatti ed eventi, esprimere i propri pensieri, negoziare e condividere con gli altri le proprie opinioni. Incoraggia il progressivo avvicinarsi dei bambini alla lingua scritta, che potenzia e dilata gli orizzonti della comunicazione, attraverso la lettura di libri illustrati e l’analisi dei messaggi presenti nell’ambiente.
Traguardi per lo sviluppo della competenza.
Il bambino sviluppa la padronanza d’uso della lingua italiana e arricchisce e precisa il proprio lessico. Sviluppa fiducia e motivazione nell’esprimere e comunicare agli altri le proprie emozioni, le proprie domande, i propri ragionamenti e i propri pensieri attraverso il linguaggio verbale, utilizzandolo in modo differenziato e appropriato nelle diverse attività. Racconta, inventa, ascolta e comprende le narrazioni e la lettura di storie, dialoga, discute, chiede spiegazioni e spiega, usa il linguaggio per progettare le attività e per definirne le regole. Sviluppa un repertorio linguistico adeguato alle esperienze e agli apprendimenti compiuti nei diversi campi di esperienza. Riflette sulla lingua, confronta lingue diverse, riconosce, apprezza e sperimenta la pluralità linguistica e il linguaggio poetico. È consapevole della propria lingua materna. Formula ipotesi sulla lingua scritta e sperimenta le prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, anche utilizzando le tecnologie.
LA CONOSCENZA DEL MONDO: ordine, misura, spazio, tempo, natura.
I bambini esplorano la realtà, imparando a organizzare le proprie esperienze attraverso azioni consapevoli quali il raggruppare, il comparare, il contare, l’ordinare, l’orientarsi e il rappresentare con disegni e con parole. Attraverso le attività proposte, le organizzazioni dei fenomeni naturali e degli organismi viventi, le conversazioni, le attività ludiche, costruttive o progettuali, il bambino comincia a capire l’importanza di guardare sempre meglio i fatti del mondo, confrontando le proprie idee con le idee proposte dagli adulti e dagli altri bambini. Partendo da situazioni di vita quotidiana, dal gioco, dalle domande e dai problemi che nascono dall’esperienza concreta, il bambino comincia a costruire competenze trasversali quali: osservare, manipolare, interpretare i simboli per rappresentare significati; chiedere spiegazioni, riflettere, ipotizzare e discutere soluzioni; cogliere il punto di vista degli altri in relazione al proprio, nelle azioni e nelle comunicazioni; prevedere, anticipare, osservare, organizzare, ordinare gli oggetti e le esperienze; interagire con lo spazio in modo consapevole e compiere i primi tentativi per rappresentarlo; avvicinarsi al numero come segno e strumento per interpretare la realtà e interagire con essa; riflettere sulla misura, sull’ordine e sulla relazione; osservare i viventi, sempre in relazione con aspetti del mondo fisico, mossi dalla curiosità verso di sé e verso l’ambiente naturale nonché verso le sue continue trasformazioni; progettare e perseguire progetti nel tempo documentandone gli sviluppi.Nella scuola dell’infanzia i bambini apprendono a organizzarsi gradualmente nel tempo e nello spazio, a partire dai loro vissuti quotidiani di vita familiare, scolastica, ludica e facendo riferimento alle attività degli adulti e agli eventi naturali e culturali. Spazio e tempo sono legati tra loro nell’esperienza fondamentale del movimento, le cui caratteristiche di durata, estensione e rapidità costituiscono per i bambini sia elementi di analisi degli stessi movimenti direttamente osservati, sia criteri di interpretazione del cambiamento in generale.I bambini acquisiscono consapevolezza del proprio corpo attraverso una corrispondente consapevolezza del mondo e viceversa: la prima “organizzazione fisica” del mondo esterno (forma, movimento, luce, calore, ecc.) si sviluppa in stretta e reciproca corrispondenza con i canali di percezione e motricità. In modo analogo il bambino mette in relazione le funzioni interne e le funzionalità esterne di qualunque organismo vivente e si accosta alla consapevolezza delle trasformazioni della materia mettendole in relazione con le esperienze del proprio corpo. Il bambino può interpretare qualunque macchina, meccanismo, strumento, artefatto tecnologico che fa parte della sua esperienza mediante un contrappunto fra “come è fatto” e “cosa fa”. L’intreccio fra linguaggio e azione nell’attività di conoscenza del bambino favorisce la scoperta della varietà degli aspetti del mondo e, al tempo stesso, promuove l’organizzazione culturale.
Il compito degli insegnanti è quello di rendere i bambini gradualmente consapevoli della ricchezza potenziale della loro esperienza quotidiana e dei modi in cui la cultura dà forma a tale esperienza; di assecondarli e sostenerli nel processo dello sviluppo della competenza e nei loro primi tentativi di simbolizzare e formalizzare le conoscenze del mondo; di aiutarli e indirizzarli nel costruire le prime immagini del mondo e di sé che siano coerenti e significative, a percepire e coltivare il benessere che deriva dallo stare nell’ambiente naturale.
Traguardi per lo sviluppo della competenza.
Il bambino raggruppa e ordina secondo criteri diversi, confronta e valuta quantità; utilizza semplici simboli per registrare; compie misurazioni mediante semplici strumenti. Colloca correttamente nello spazio se stesso, oggetti, persone; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali. Si orienta nel tempo della vita quotidiana. Riferisce eventi del passato recente dimostrando consapevolezza della loro collocazione temporale; formula correttamente riflessioni e considerazioni relative al futuro immediato e prossimo. Coglie le trasformazioni naturali. Osserva i fenomeni naturali e gli organismi viventi sulla base di criteri o ipotesi, con attenzione e sistematicità. Prova interesse per gli artefatti tecnologici, li esplora e sa scoprirne funzioni e possibili usi. È curioso, esplorativo, pone domande, discute, confronta ipotesi, spiegazioni, soluzioni e azioni. Utilizza un linguaggio appropriato per descrivere le osservazioni o le esperienze.
L'importanza della manipolazione
Premessa.
Viviamo in un’epoca nella quale sembra che ogni cosa che facciamo sia stata preparata, confezionata da manovratori occulti. Appena alzati, al mattino programmiamo la nostra giornata in funzione delle necessità familiari e lavorative sulle quali interferiscono pesanti condizionamenti esterni, per soddisfare le aspettative dei “media”. Ci sentiamo tenuti ad avere successo, a raggiungere obiettivi prefissati da una società prettamente consumistica cercando di vincere le debolezze e superare le paure e le angosce. Ma le energie concentrate nello sforzo di realizzarci a tutti i costi sono destinate a fallire se non abbiamo il coraggio di interrompere il nostro lavoro frenetico; dobbiamo cioè esprimerci e, conseguentemente, realizzarci non soffocando più le nostre necessità espressive, il nostro potenziale creativo. Non dimentichiamo che la creatività è in ognuno di noi, appartiene all’uomo da sempre, e da
sempre aiuta l’uomo a costruire la sua personale filosofia di vita. Il modo migliore per realizzare quanto suddetto è esprimerci attraverso l’arte. Ci sono tanti modi per avvicinarsi all’arte: proviamo ad accostarci ad un museo, ad uno studio d’arte, ad un laboratorio; ma, secondo la scuola Collodi, il mondo della manipolazione è quello che più permette di entrare in contatto con se stessi.
Importanza della manipolazione per lo sviluppo psicomotorio del bambino.
Lo sviluppo dei sensi in ogni organismo inizia con il tatto; l’udito e la vista, infatti, si formano solo quando l’organismo si perfeziona. Attraverso le attività tattili, i bambini esplorano il mondo circostante e imparano a riconoscere le proprietà fisiche delle cose; affinano così le abilità motorie indispensabili per un equilibrato sviluppo psicomotorio: processi di coordinazione oculo-manuale, lateralizzazione e abilità relative al conoscere, quali i processi di trasformazione dei materiali (ad esempio, la creta che si asciuga) e le loro specifiche proprietà (elasticità, peso, calore). La psicomotricità è parte essenziale nello studio dell’età evolutiva e trova costante rapporto con i fenomeni dello sviluppo mentale. Infatti, lo sviluppo motorio facilita lo sviluppo mentale, consentendo un’enorme estensione del campo di ricerca e di esperienza. La progressiva acquisizione delle capacità intellettive viene d’altro canto continuamente impiegata a perfezionare la migliore utilizzazione delle capacità motorie. Lo sviluppo della manualità, quindi, è il centro da cui si diparte tutto lo sviluppo psicofisico dell’individuo, sviluppo regolato dalla cosiddetta legge di associazione psicomotoria, secondo la quale un bambino che dopo i tre anni presenta un livello ipoevoluto di psicomotricità è candidato non soltanto alla debilità motrice, ma anche a difetti intellettivi e caratteriologici, mentre un bambino che dai tre anni presenta una normale evoluzione psicomotoria lascia presumere un normale sviluppo mentale. Osservando i bambini della scuola dell’infanzia Collodi durante i momenti dedicati alle attività di manipolazione, si nota che essi esternano attraverso il linguaggio le esperienze che compiono, le emozioni che provano. Talvolta il loro raccontare è rivolto a se stessi, appartiene ad una sfera fantastica tutta individuale ed il manipolare diviene un mezzo per immaginare situazioni e per dare significati diversi al materiale adoperato. Si capisce perciò che l’uso della fantasia e dell’immaginazione ha un risvolto terapeutico, nel senso che esse consentono una fuga dalla realtà, in situazioni difficili. Questo non significa estraniarsi dalla realtà, ma avere degli ambiti, degli spazi mentali e psicologici dove è possibile rassicurarsi e in cui si entra, ma da cui si può uscire in qualsiasi momento. Spesso, quando il bambino riesce ad entrare profondamente nell’attività, ne esce felice e gratificato anche se il suo lavoro non assume una forma definita. Per questo è importante che nelle attività manipolative non sia data molta importanza al prodotto, ma ai processi creativi e immaginativi che il materiale stimola.
Lo psicologo Jean Piaget ha definito l’intelligenza come una forma superiore di adattamento; quindi anche nel concetto di intelligenza è presente la capacità di affrontare nuove situazioni, cioè di fare nuove esperienze. Vygotsky, psicopedagogista svizzero, osserva che l’esperienza nell’età evolutiva si giova anche dell’immaginazione. Immaginazione e intelligenza sono connesse a loro volta con la ricchezza dell’esperienza e con la capacità di assumere e ritenere il massimo dell’informazione, ordinandola in modo che sia più facile utilizzarla. L’importanza didattica della manipolazione, quindi, è che attraverso questa attività si pongono obiettivi, si sperimentano sistemi di rappresentazione che mettono in evidenza il grado di sviluppo motorio, percettivo, lo stile personale di visione e alcune caratteristiche di ordine emotivo. Il bambino libera e organizza energia, inventa un linguaggio, costruisce astrazioni, verifica conoscenze, compie esperienze. L’insegnante ha la possibilità di raccogliere alcuni dati fondamentali, per rendersi conto del modo in cui la mente lavora e delle difficoltà che essa deve affrontare per condurre avanti le sue esperienze. Il momento iniziale di approccio serve a stabilire un contatto diretto, individuale, a pensare cosa realizzare. Poi, inizia la trasformazione che nel complesso segue tappe tipiche, caratteristiche delle varie età; i temi si rifanno alla vita familiare, agli animali, ai personaggi fantastici. Capita spesso che i bambini lavorino, si concentrino sul materiale, ma che non siano interessati a realizzare qualcosa di ben definito; l’insegnante della scuola Collodi rispetta questo loro bisogno. La manipolazione investe anche la sfera affettiva, le produzioni rivestono sempre significati legati al vissuto personale. Lavorando in piccoli gruppi i bambini vengono stimolati dai compagni a superare i problemi tecnici. I suggerimenti di un compagno sono sempre accettati; i fanciulli, confrontandosi, percepiscono anche le qualità estetiche dei loro lavori, ammirano e si entusiasmano per le realizzazioni ben riuscite. Nascono osservazioni sulle proporzioni degli oggetti, sulla forma, sulla corrispondenza del prodotto all’intenzione originaria. Un altro degli obiettivi didattici importanti è l’osservazione delle opere d’arte che stimola il crescente interesse verso gli aspetti espressivi della cultura figurativa.